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Lezione Medica

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Un paziente consapevole
è un paziente che ottiene risultati migliori

Alcune settimane prima dell’intervento, il paziente viene invitato a partecipare a due lezioni preoperatorie: una medica ed una fisioterapica. La lezione medica viene tenuta da uno degli ortopedici del gruppo, mentre quella fisioterapica da uno dei fisioterapisti che seguirà il paziente nei giorni di ricovero dopo l’intervento.

In questa pagina viene riassunta la lezione medica. Viene spiegato come prepararsi all’intervento, cosa aspettarsi dopo di esso, come gestire il dolore, quali sono le possibili complicanze e cosa fare per prevenirle. Inoltre, viene spiegato quali farmaci è assolutamente vietato assumere e perché.
In fondo a questa sezione si possono trovare i video delle lezioni e si può scaricare il file in PDF con tutte le informazioni necessarie.

Cosa aspettarsi dall’intervento?

Allineare le aspettative del paziente a quelle del medico, rendono il paziente più consapevole e più soddisfatto.

Dopo protesi di ginocchio

I pazienti soddisfatti dopo protesi di ginocchio sono circa 9 su 10. Un paziente su 10 può avere un fastidio/dolore residuo, soprattutto quando sforza un po’ di più il ginocchio o fa qualche movimento che richiede una forza maggiore come il salire o scendere le scale.
Il tempo necessario per ottenere un recupero all’80% è mediamente 3 mesi, raggiungendo la guarigione completa dopo 6 mesi circa dall’intervento. In alcuni casi però, soprattutto quelli che partono da una situazione più compromessa, la guarigione completa può essere raggiunta anche dopo 12 mesi.
Un ginocchio operato di protesi non torna quasi mai come un ginocchio normale: qualche volta permane la sensazione di “non avere un ginocchio proprio” anche se non dolente, e la flessione che si ottiene generalmente si attesta attorno ai 120-130°. Anche alcune attività talvolta risultano difficoltose da fare se non addirittura sconsigliate, come l’inginocchiarsi, correre o saltare.

Dopo protesi d’anca

I pazienti operati di protesi d’anca ottengono risultati in percentuale migliori rispetto ai pazienti operati di protesi di ginocchio. Generalmente solo 1 o 2 pazienti su 100 lamentano un piccolo dolore residuo laterale alla coscia nella regione dell’incisione chirurgica.
Dopo protesi d’anca i pazienti ritornano ad una vita regolare già pochi giorni dopo l’intervento, in quanto il dolore è minimo fin da subito. Il rischio però in questi casi è quello di esagerare con gli sforzi e i movimenti, rischiando di ritardare la guarigione dei tessuti attorno alla protesi.
Nei primi 3 mesi dall’intervento saranno vietati alcuni movimenti che possono portare a lussazione della protesi (sono analizzati nella parte fisioterapica questi movimenti). Successivamente a questo periodo non ci sono più restrizioni di sorta.
I movimenti raggiunti sono simili a quelli di un’anca sana, a meno che non si parta prima dell’intervento da un’anca molto rigida, in tal caso non sempre è possibile ottenere un’escursione articolare completa.

Dolore
e farmaci

Il dolore nell’immediato post-operatorio è quasi nullo perché vengono somministrati dei farmaci prima dell’intervento, durante l’intervento (mediante infiltrazioni locali nel sito chirurgico), e nelle ore immediatamente successive all’intervento.
Il dolore può aumentare primo e il secondo giorno dopo l’intervento, ma è assolutamente normale e non significa che qualcosa sia andato storto o che sia successo qualcosa con le prime sedute di fiosioterapia.
Il dolore generalmente è un po’ maggiore dopo intervento di protesi di ginocchio rispetto alla protesi d’anca, ma durante il ricovero vengono somministrate varie tipologie di farmaci antidolorifici ed antinfiammatori che tengono a bada il dolore. Se nonostante queste precauzioni il dolore non dovesse essere controllato, sono a disposizione dei farmaci aggiuntivi “al bisogno” che verranno somministrati dopo aver avvisato medico o infermiere.

Importanza
del ghiaccio

Applicare il ghiaccio locale all’articolazione operata è molto importante per ridurre il versamento, l’infiammazione, e di conseguenza il dolore. Nei giorni del ricovero verrà applicato un dispositivo chiamato Game-Ready, che oltre a raffreddare l’arto operato, applicherà anche una leggera compressione sul ginocchio o sull’anca. Questo dispositivo verrà applicato 2-3 volte al giorno per sessioni di 30 minuti ciascuna.
Per velocizzare il recupero nei primi 30 giorni post-operatori può essere di grande aiuto utilizzare al proprio domicilio dispositivi simili a quello visto in reparto. Uno di questi dispositivi domiciliari è il Cryo/Cuff Aircast, che si può acquistare o affittare nei negozi di articoli sanitari.

Quanto dura l’intervento?

L’intervento chirurgico di protesi d’anca o di ginocchio dura meno di 1 ora. Tutto il “percorso chirurgico”: l’arrivo in sala operatoria, l’anestesia, l’intervento, i controlli post-operatori (radiografici e anestesiologici), il rientro in reparto; dura circa 3 ore

Quale anestesia viene fatta?

L’anestesia utilizzata è quella spinale.
Viene quindi addormentata solo la gamba da operare, per permettere un più veloce recupero nelle ore dopo l’intervento.
Il paziente può comunque richiedere di essere sedato durante l’intervento in modo da non sentire i rumori di sala operatoria.

Arrivo in sala operatoria

Al suo arrivo in sala operatoria verrà accolto dall’anestesista, che le introdurrà nel braccio una piccola agocannula per poterle somministrare liquidi e farmaci. Poi verrà posizionato, con l’aiuto di un infermiere, sul fianco del lato da operare e l’anestesista procederà ad effettuare l’anestesia spinale. L’anestesia spinale consiste in una piccola iniezione a livello della colonna vertebrale che le farà perdere la sensibilità e il movimento, principalmente dell’arto da operare. Questa anestesia durerà poco di più dell’intervento, in modo da poter recuperare al più presto la mobilità. Soltanto in rari casi selezionati, potrà esserle praticata un’anestesia generale.

Durante l’intervento

Durante l’intervento, lei sarà costantemente monitorizzato (elettrocardiogramma, controllo di pressione, saturazione e frequenza cardiaca) e l’anestesista sarà al suo fianco per l’intera durata della procedura. Se lo desidera, l’anestesista potrà provvedere ad una leggera sedazione per farla addormentare durante l’intervento e non sentire i rumori di sala operatoria.

Dopo l’intervento

Al termine dell’intervento, dopo una radiografia di controllo, verrà portato in un apposito locale con letti monitorizzati, dove resterà in osservazione per circa 45 minuti, assistito da un infermiere (con l’anestesista pronto a intervenire se necessario) che provvederà a riscaldarla, a controllare la diuresi e la ripresa dall’anestesia spinale. Al termine del periodo di osservazione, previa valutazione dell’anestesista, verrà riportato nel reparto di degenza.
In reparto, una volta ripresa completamente la sensibilità e la forza muscolare dell’arto operato, verrà messo in piedi e fatto già camminare con 2 stampelle secondo il protocollo Fast Track.

Complicanze possibili

Ogni intervento chirurgico, dal più semplice al più complesso, porta con se alcune possibili complicanze.
E’ bene sapere quali esse siano per poterle riconoscere e curarle tempestivamente.

2-5% Tromboembolia sintomatica

Dopo l’intervento, a causa del prolungato allettamento, si può formare un trombo nel polpaccio che ostacola il ritorno del sangue. Non è generalmente una situazione grave, ma meglio prevenirla. E’ per questo che i nostri pazienti sono in piedi che camminano già 3 ore dopo l’intervento.

La trombosi è la formazione di un coagulo di sangue all’interno dei vasi sanguigni. Tale trombo ostacola la normale circolazione del sangue causando quindi una “sofferenza” della zona colpita. Quando il trombo si localizza all’interno di vene del circolo profondo dell’organismo, allora si parla di Trombosi Venosa Profonda (anche detta TVP).

Espandi

Le cause possono essere molteplici: l’aterosclerosi, il sovrappeso, il fumo, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, predisposizione genetica.
Nel caso invece di chi è sottoposto ad intervento chirurgico, il rischio di trombosi aumenta per via della prolungata immobilità. Restare infatti per lungo tempo fermo a letto senza muoversi o camminare, porta ad un “ristagno” del flusso sanguigno e un conseguente aumento del rischio di sviluppare trombosi.
Il protocollo Fast-Track da noi adottato permette di mettersi in piedi e camminare già 3-4 ore dopo l’intervento riducendo al minimo l’allettamento e il conseguente rischio di sviluppare trombosi.
In aggiunta, durante la lezione, vengono spiegati quali sono gli esercizi da dover fare nei primi giorni post-operatori per promuovere la circolazione del sangue anche a letto.

< 0,5% Infezione

L’infezione della protesi articolare è la complicanza che più ci spaventa ma che fortunatamente ha il rischio di verificarsi più basso fra tutte le complicanze. Si pensa che si verifichi in seguito ad un passaggio di batteri dalla cute del paziente (che non può essere mai resa sterile al 100%) alla protesi articolare. I batteri sembra che si annidino con più facilità sulla protesi perché il metallo non è vascolarizzato e quindi non è raggiunto dalle nostre difese immunitarie. Ecco perché un intervento che prevede l’inserimento di metallo nel nostro organismo ha un rischio maggiore di sviluppare infezione rispetto ad un intervento che non lo prevede.

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Per ridurre al minimo il rischio infetto, oltre ai nostri dispositivi e alle manovre eseguite sterilmente, esistono alcuni comportamenti che il paziente deve tenere:
  • mantenere la maggiore igiene possibile del sito chirurgico e dei piedi
  • eseguire quotidianamente per i 3 giorni antecedenti all’intervento docce con sapone alla clorexidina (acquistabile in farmacia o in alcuni supermercati)
  • avvisare l’equipe medica se sono presenti sospette infezioni dentarie, infezioni urinarie (bruciore nell’urinare e con più frequenza), tagli o ferite recenti

L’infezione protesica, se si verifica, si manifesta con severo dolore, importante gonfiore della zona operata, rossore e calore della ferita chirurgica, febbre sopra 38°C.

Molti di questi sintomi nella loro forma lieve spesso coincidono con il normale decorso post-operatorio di una protesi normale.
Quindi come differenziarli?
Generalmente l’infezione “esplode” all’improvviso, pertanto se i sintomi sopra descritti peggiorano repentinamente bisogna contattare l’equipe medica.
Non assumere MAI antibiotici!
Gli antibiotici non riescono ad eliminare l’infezione da una protesi, ma peggiorano la situazione in quanto nascondono l’infezione rischiando di fare diagnosi tardi e non prenderla in tempo.
Se avete il dubbio di avere un’infezione contattate l’equipe medica.

3-5% Dismetria dopo protesi d’anca

Con il termine dismetria si intende una diversa lunghezza fra le due gambe. Una differenza di lunghezza è considerata normale se rimane al di sotto di 1,5 cm.
Con l’artrosi dell’anca succede che lo spazio articolare si riduce causando un accorciamento della gamba anche superiore ad 1-2 cm. L’accorciamento si evolve assieme all’artrosi, spesso nell’arco di molti anni, portando il paziente a sviluppare una sorta di “abitudine” a questa differenza di lunghezza, che alla fine non avverte più. Con l’intervento di protesi, l’anca viene riportata alla sua lunghezza fisiologica, guadagnano quindi quei centimetri che si era “mangiata” l’artrosi.

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Il paziente pertanto può falsamente avvertire l’anca operata più lunga del normale in quanto non più abituato a quella postura, anche se in realtà le gambe sono ritornate lunghe uguali. Generalmente questa sensazione di gamba più lunga scompare entro i 6 mesi dall’intervento.
In altri casi invece accade che la gamba operata viene effettivamente allungata di qualche millimetro (si rientra sempre sotto il centimetro) rispetto alla normalità. Questa eventualità rara è quasi sempre conseguenza di una situazione in cui si i tessuti del paziente sono molto elastici e riportare la gamba “solo” alla sua lunghezza normale comporterebbe una riduzione della stabilità dell’anca, con conseguente rischio aumentato di lussazione (vedi dopo).
In questi casi si decide durante l’intervento di aumentare la lunghezza dell’anca di qualche millimetro in modo da dare ai tessuti maggiore tensione e quindi maggiore stabilità alla protesi.Questa rara complicanza generalmente non ha conseguenze perché il paziente si abitua a quei pochi millimetri di lunghezza in più nell’arco di 6 mesi dall’intervento

<1% Lussazione dopo protesi d’anca

La lussazione dell’anca dopo intervento di protesi è la complicanza che ci spaventa di più dopo l’infezione. Questa complicanza avviene perché i tessuti posteriori dell’anca, quelli attraverso cui si passa con l’incisione, devono avere il tempo di guarire e cicatrizzare ben saldi uno all’altro, cosa che avviene in mediamente entro i 3 mesi dall’intervento. Trascorsi 3 mesi dall’intervento il rischio di lussazione si abbassa quasi a 0.

Espandi

Per evitare di lussare l’anca e per permettere ai tessuti di guarire bene, i primi 3 mesi sono vietati alcuni movimenti detti “lussanti”. Questi movimenti vengono spiegati alla lezione fisioterapica e verranno spiegati nuovamente alla prima seduta di fisioterapia.
movimenti vietati per i primi 3 mesi sono quelli che comportano una flessione dell’anca oltre i 90° e un’adduzione e intrarotazione oltre i 20°.
Nella pratica per i primi 3 mesi bisogna imparare ad alzarsi e sedersi correttamente, evitare le sedute più basse, raccogliere oggetti in terra e raggiungere il piede passando all’interno delle ginocchia, mettere un cuscino in mezzo alle gambe quando ci si mette sul fianco sano.
Per conoscere nel dettaglio e con esempi pratici quali movimenti poter fare dopo protesi d’anca vai alla sezione di riabilitazione dopo protesica d’anca.

1% Frattura durante intervento
di protesi d’anca

In alcuni casi, durante l’intervento può verificarsi una frattura o del femore (più comune) o del bacino (più rara). Entrambe queste situazioni però assieme non raggiungo l’1% delle complicanze complessive dopo intervento di protesi d’anca.
Spesso causa di queste fratture è l’osso fragile del paziente, che durante la sua “preparazione” per poter alloggiare la protesi, si rompe. Questa complicanza permette di portare comunque a termine l’intervento, ma al paziente non sarà concesso caricare il peso sulla gamba operata per almeno 1 mese dall’intervento.
Il recupero finale a 6 mesi dall’intervento è comunque uguale a quello di un paziente operato di protesi d’anca senza complicanze.

40% Alterata sensibilità dopo
protesi di ginocchio

Per poter eseguire l’intervento di protesi di ginocchio bisogna fare un’incisione anteriore di circa 12cm. Purtroppo, lungo quest’incisione decorre un piccolo nervo sensitivo, quasi invisibile ad occhio nudo, che spesso viene reciso durante l’intervento. Questo nervo da’ la sensibilità laterale al ginocchio e alcuni pazienti dopo l’intervento avvertono un’alterata sensibilità (detta disestesia) o una vera e propria insensibilità (detta anestesia) nella regione laterale del ginocchio.
Purtroppo è una complicanza che non può essere evitata in quanto il nervo attraversa l’unica via possibile per arrivare al ginocchio.
Questa alterata sensibilità però si risolve spontaneamente dopo 1 anno dall’intervento, o comunque si riduce di molto di intensità senza neanche essere più avvertita.

Quando avvertire l’equipe medica?

Se si verifica fuoriuscita di liquido dalla ferita

Se il polpaccio diviene estremamente teso ed indolenzito

Se il dolore aumenta ad un livello tale da impedire di stare in piedi

Se si cade a terra urtando l’anca o il ginocchio operati

Se la ferita chirurgica diventa molto calda, rossa e compare la febbre

Quando fare i successivi controlli?

Primo controllo ortopedico a 20gg dall’intervento

A 3 settimane circa dall’intervento viene eseguito il primo controllo clinico. Durante questo controllo viene tolto il cerotto e gli eventuali punti di sutura, valutando lo stato della ferita chirurgica. Se il decorso è regolare vengono date ulteriori consigli su come proseguire la fisioterapia sino al successivo controllo ortopedico dei 45 giorni. La data e orario di quest’appuntamento sono in fondo alla lettera di dimissione consegnate in reparto. La segreteria comunque contatta il paziente pochi giorni dopo la dimissione per dare conferma dell’appuntamento e orario

Controlli ortopedici a
45 giorni, 6 mesi e 12 mesi

I successivi controlli ortopedici avvengono a 45 giorni, 6 mesi e 12 mesi circa dopo l’intervento. Questi controlli servono per monitorare la buona progressione del decorso postoperatorio. Al controllo dei 45 giorni non sono necessarie radiografie di controllo salvo diversa indicazione da parte dell’equipe. Sono invece necessarie le radiografie ai controlli a 6 e 12 mesi, che dovrà eseguire il paziente in autonomia alcuni giorni prima del controllo programmato.
Le radiografie necessarie sono le seguenti:
Protesi di ginocchio: RX sotto carico in 2 proiezioni (antero-posteriore e latero-laterale).
Protesi d’anca: RX bacino sotto carico + RX assiale dell’anca operata

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